Cartagine si risollevò rapidamente dalla sconfitta subita dalla seconda guerra punica, grazie alla fertilità della sua terra e ai floridi commerci. Il trattato di pace le impediva qualsiasi azione bellica senza il consenso di Roma. Fra i membri vi era il vecchio Marco Porcio Catone, che rimase colpito dalla prosperità raggiunta da Cartagine. Tornato in patria pronunciò in senato parole di fuoco contro la rinascita del nemico. Ogni opposizione fu vinta: Roma voleva un dominio incontrastato sul mediterraneo. Quando l'esercito Romano sbarcò in Africa, Cartagine dichiarò la resa, ma i romani imposero lo spostamento della città verso l'interno, una condizione che ne distruggeva l'economia. Nel 146 a. C. Scipione Emiliano espugnò Cartagine.